A cinquant’anni dal primo passo sulla luna, omega svela una preziosa edizione limitata dello Speedmaster Apollo XI 50th anniversario, che ricorda l’impresa e contiene, al tempo stesso, i semi del futuro.
Recensione Omega Speedmaster Apollo XI 50TH Anniversary
Che il 2019 sarebbe stato un anno speciale per Omega era inevitabile. Il 50° anniversario della conquista della Luna è una ricorrenza che tocca chiunque, ma per chi ha partecipato direttamente a quell’avventura è qualcosa in più. Sin dalla scelta dello Speedmaster da parte della Nasa, dirigenti e impiegati della Maison di Bienne furono sopraffatti dall’orgoglio per avere ricevuto una simile responsabilità. Ma è solo dopo la buona riuscita della missione Apollo XI (le cui possibilità di fallimento erano stimate al 50%), che la tensione si sciolse e fu possibile lasciare spazio alla pura felicità.
A tal proposito vi invito a leggere la vera Storia dell’Omega Moonwatch Speedmaster.
È in questo clima di euforia che venne concepita e realizzata la prima edizione limitata dello Speedmaster, battezzata Tribute to Astronauts, con l’obiettivo di creare il modello più prezioso che si potesse immaginare, per il traguardo più ambizioso che l’umanità avesse mai raggiunto. Ora, dopo l’annuncio della rinascita del calibro 321, lo stesso movimento che equipaggiava gli orologi realmente indossati sulla Luna, anche il Tribute to Astronauts è tornato in vita, uguale all’originale, ma migliorato nei materiali e nel movimento.
Non una semplice operazione nostalgia, quindi, ma un progetto curato nei più piccoli particolari, che svela anche la volontà di Omega di adeguare l’ormai storico calibro 861 agli standard attuali in fatto di materiali e antimagnetismo. Così, se da una parte il nuovo calibro 321 sarà in tutto e per tutto uguale all’originale (a eccezione di piccoli elementi estetici), dall’altra il calibro 3861 che anima lo Speedmaster Apollo XI 50th Anniversary sarà un’inedita evoluzione del celebre movimento a carica manuale 861: dotato di scappamento coassia di Francesco Patti le, spirale del bilanciere in silicio e certificazione Master Chronometer.
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Dettagli Tecnici dell’Omega Speedmaster Apollo XI
SPECIFICHE TECNICHE – A UNA PRIMA OCCHIATA, LA NUOVA EDIZIONE È UGUALE A QUELLA DEL 1969, MA IN REALTÀ LE DIFFERENZE SONO MOLTE.
- Cassa: 42mm di diametro x 14mm di altezza – Cassa “Moonshine” in oro giallo 18 carati, spazzolata e lucidata – Vetro zaffiro anteriore e posteriore – lunetta in ceramica bordeaux con scala tachimetrica – resistente all’acqua fino a 50 metri.
- Quadrante: quadrante in oro massiccio “Moonshine” spazzolato, con indici in onice nero, lancette ore e minuti in oro con inserti neri, lancetta nera per il cronografo.
- Movimento: calibro Omega 3861, in-house, certificato Master Chronometer – carica manuale – riserva di carica fino a 48 ore – molla di bilanciamento silicio Si14 – scappamento coassiale – ore, minuti, piccoli secondi, cronografo 12 ore – oro “chiaro di luna” movimento piatto
- Bracciale: “Moonshine” Bracciale in oro giallo 18 carati con fibbia pieghevole
- Referenza: 310.60.42.50.99.001
- Limitato a: 1.014 pezzi
- Consegne: da Giugno 2019
A partire dal materiale di costruzione: non il “semplice” oro giallo a 18 carati abitualmente usato in gioielleria, ma una nuova lega messa a punto per l’occasione e battezzata Moonshine Gold, leggermente più chiara e più resistente alla perdita di colore dovuta al tempo. La lunetta bordeaux non è più in alluminio anodizzato, ma in ceramica, con la scala tachimetrica in Ceragold e nello stesso font utilizzato 50 anni fa, con l’indice di riferimento delle 70 unità per ora, posto in diagonale sotto allo 0 del 70 (ebbene sì: i cultori dello Speedmaster guardano anche a questi particolari).
Il quadrante in oro massiccio spazzolato riporta l’incisione Au750 al centro, appena sotto alla scritta Professional e gli indici delle ore, come nel modello originale, sono in oro con inserto in onice nero. Le lancette in oro hanno un inserto verniciato in nero e la lancetta centrale dei secondi cronografici è interamente nera. Un’altra piccola novità si nota nella scala dei minuti: lo spazio tra un indice e l’altro non è più suddiviso in cinque frazioni, ma in tre, coerentemente con la frequenza del movimento di 21.600 alternanze/ora (3 Hz e quindi tre scatti della lancetta crono al secondo).
Movimento calibro Omega 3861
SUL RETRO, UN AMPIO OBLÒ IN VETRO ZAFFIRO CONSENTE DI OSSERVARE IL CALIBRO 3861 CON LA PLATINA E I PONTI DORATI E LE SCRITTE IN VERNICE ROSSA.
Intorno all’oblò un anello decorativo blu riporta la denominazione dell’orologio e la scritta First Watch Worn on the Moon, oltre all’immagine della terra (più precisamente, della zona del continente americano in cui si trova Cape Canaveral, oggi Cape Kennedy, in Florida) e della Luna nelle loro proporzioni reali.
La piccola Luna è realizzata in meteorite lunare. Sul fondello, in oro, sono incisi il numero progressivo, le date 1969-2019 e la scritta Master Chronometer. Per completare il look originale, il logo in oro applicato sul quadrante e quelli sulla corona e sulla chiusura del bracciale sono identici a quelli usati nel 1969, così come la scatola che riproduce il suolo lunare in tre dimensioni (detta Crater Box).
Identico anche il numero di esemplari prodotti, cioè 1014. Per aggiudicarsi uno Speedmaster Apollo XI 50th Anniversary sarà sufficiente acquistarlo, e questa è probabilmente la differenza più grande rispetto al primo modello.
Curiosità Speedmaster Apollo XI 50TH Anniversary
IL 25 NOVEMBRE 1969, INFATTI, I MANAGER OMEGA DURANTE UNA CENA A HOUSTON, TEXAS, OFFRIRONO A DICIANNOVE ASTRONAUTI ALTRETTANTI ESEMPLARI COMMEMORATIVI.
I primi due della serie furono donati al presidente degli Stati Uniti Richard Nixon e al suo vice Spiro Agnew (che non li poterono neanche accettare per via del rigido protocollo che impedisce ai politici statunitensi di ricevere regali troppo costosi), e tre orologi furono consegnati a titolo postumo agli astronauti Gus Grissom, Ed White e Roger Chaffee, rimasti uccisi nel rogo della capsula Apollo I, durante un addestramento a terra, il 27 gennaio 1967. Altri esemplari furono donati a personalità dell’orologeria e della politica svizzere e tra il 1972 e il 1973 anche gli astronauti delle missioni comprese tra Apollo XIV e Apollo XVII (che nel 1969 non erano ancora stati nello spazio) ricevettero il loro Speedmaster d’oro.
Il comandante Jim Lovell ricevette l’orologio in ragione delle sue missioni precedenti, ma il fallimento della missione Apollo XIII fu la causa per cui Jack Swigert e Fred Haise (rispettivamente pilota del modulo di comando e pilota del Lem) rimasero fuori dall’elenco dei destinatari, nonostante il loro record di distanza dalla terra (400,171 chilometri) sia tuttora imbattuto.