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Un excursus sull’orologeria al quarzo dagli anni Settanta a oggi
L’orologeria al quarzo nasce in Giappone, alle soglie degli anni Settanta, con il modello proposto da Seiko, l’Astron. Come sempre, la sconfitta porta a innovare. Così, Girard-Perregaux crea il primo orologio al quarzo elettronico, con una frequenza di 32.768 Hz. Questa idea è la base di questo tipo di orologeria anche oggi.
Il 1983 è l’anno di Casio, con il G-Shock, indistruttibile grazie ai 5 livelli di protezione dagli urti dovuti alla particolare lavorazione.
Negli anni Ottanta, arriva un’icona simbolo di quel decennio, lo Swatch. Anche se l’orologeria tradizionale meccanica si era ripresa egregiamente dall’urto orientale, questa icona riuscì ad attirare una maggiore fetta di pubblico, che prima non poteva entrare in possesso di un orologio svizzero. In più, diventa un segno dei tempi per la sua riconoscibilità e per il messaggio anticonformista che porta con sé.
Per lui e per lei, in chiave minimalista, Skin di Swatch si presenta in 11 modelli, dove ognuno rappresenta il carattere di chi lo indossa in modo diverso.
Il mutitasking dell’orologeria da polso
I giapponesi di Casio tornano alla carica negli anni ’80 con il G-Shock MRGG2000HT-1A. Ne uscirono solo 500, con sincronizzazione GPS, ricarica a energia solare e cronografo a 1/20 di secondo. Un’assoluta ventata di tecnologia per l’epoca.
Dopo 35 anni, il Casio multifunzione indistruttibile resta in piedi e rappresenta un fiore all’occhiello. Infatti, non si rompe nemmeno se cade ripetutamente e, ancora oggi, tutte le funzioni sono come da impostazioni di fabbrica. Per questo, e per la limitazione a 500 pezzi al momento della produzione, è considerato uno degli oggetti più desiderati nel mondo del collezionismo.
L’orologio ha comandi touch ben prima dello smartphone. Lo dimostra il T-Touch di Tissot, classe 1999. Oggi si punta all’energia solare, con la batteria a energia pulita del T-Touch Expert Solar II.
Erano gli anni Novanta e si andava ancora con Windows 98. Non c’era Facebook, né l’iPhone. Eppure Tissot riuscì a creare un orologio da polso che obbediva al tocco del suo proprietario. E rivoluzione fu.
E oggi?
E-Strap: l’evoluzione di Frederique Constant che permette di ottenere le funzioni di uno smartwatch collegando l’orologio da polso allo smartphone. Misura il battito cardiaco, permette di gestire gli allenamenti e non ha sistema operativo!
Con l’arrivo dell’Apple Watch e dello smartwatch Android, i marchi dell’orologeria svizzera hanno dovuto fare i conti con la novità .
Come sempre, Breitling declina le esigenze militari in orologi all’avanguardia. L’Exospace B55 di Breitling registra i tempi di volo, conservando i dati che si possono gestire da smartphone.
La risposta è stata una felice via di mezzo tra esperienza orologiera, del tutto mancante nel settore hi-tech, e le nuove esigenze del pubblico. Naturalmente, ognuno con il suo target di riferimento, come nell’esempio dell’Exospace B55 di Breitling.
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Orologeria da polso smart
TAG Heuer risponde con il Connected Modular 45. Si può cambiare la cassa dell’orologio, trasformandolo da cronografo a solotempo e viceversa.
Fossil è stato più vicino all’idea di smartwatch, con il Fossil Q Activist. L’orologio ha funzioni come le chiamate e la musica e tre bottoni personalizzabili. Non mancano le funzioni più fitness e social.
Fossil è il brand che più si è lanciato nel lato “smart” della competizione. Anche Bulova non ha mancato di presentare un proprio modello per il movimento, l’UHF, in linea con le nuove esigenze del mercato.
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L’UHF a 262 kHz è presente nel Chronograph C di Bulova, che elogia nei colori la bandiera degli Stati Uniti.
E la precisione? Si può stare tranquilli. Il cristallo a tre rebbi, in licenza per vari marchi, risponde all’esigenza di mantenere gli alti standard di precisione svizzeri e italiani.
Infatti, anche Ferragamo punta alla precisione, ma sfruttando la pressione della corona. In questo modo, raggiunge lo scarto record di 10 secondi annui, senza alcun problema se cambia la temperatura esterna.
Nuove sfide in arrivo
Kors punta alla totale compatibilità iOS, inserendo il processore Snapdragon Wear 2100. La novità del Grayson (foto) è che è un modello compatibile anche per Android e consente di usare la corona come se fosse un pulsante a parte, ruotandola.  https://www.recensioniorologi.it/michael-kors-access.html
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Insomma, quella degli smartwatch è una sfida importante, pari all’avvento del quarzo nel mondo dell’alta orologeria. La sfida è ora aggiungere funzioni senza togliere all’orologio da polso il fascino di sempre. Che la tecnologia diventi la prossima rivoluzione che diventa abitudine?