LA COLLEZIONE 1858 DI MONTBLANC CELEBRA 160 ANNI DI STORIA DI MINERVA. INTERVISTA A DAVIDE CERRATO, MANAGING DIRECTOR DELLA WATCH DIVISION DEL MARCHIO
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La Nascita e storia degli orologi Montblanc
La storia di Minerva è iniziata nel 1858. Da allora, procedendo con alti e bassi nella produzione di movimenti, la manifattura è rimasta sempre in attività. Nel nuovo millennio si è aperto un nuovo capitolo, grazie all’acquisizione da parte di una società italiana e al rilancio su scala mondiale sotto la guida di uno dei personaggi più interessanti dell’orologeria svizzera: Demetrio Cabiddu. Ma la vera svolta è avvenuta nel 2006, con l’entrata nell’orbita di un colosso del calibro del Gruppo Richemont e il binomio con Montblanc, che hanno dato alla Maison il giusto supporto per poter continuare a operare seguendo una filosofia che si fonda sull’innovazione, ma nel pieno rispetto della tradizione artigianale.
Oggi le due realtà, Montblanc e Minerva, rappresentano due facce della stessa medaglia: non c’è più un divario netto fra contenuti – e conseguente posizionamento di prezzo – degli orologi fabbricati a Villeret e dei modelli prodotti a Le Locle. Ma sì è finalmente raggiunta un’integrazione di competenze tra le due manifatture, che si traduce in un’offerta a catalogo più omogenea.
QUEST’ANNO MINERVA CELEBRA 160 ANNI DALLA FONDAZIONE
Un traguardo importante se si pensa che sono molto pochi i marchi che possono vantare un periodo così lungo di attività ininterrotta. “Il patrimonio storico e soprattutto le conoscenze e competenze orologiere maturate in 160 anni di storia sono fondamentali per comprendere la nuova posizione di Montblanc nell’orologeria”.
Come racconta Davide Cerrato, Managing Director della Watch Division Montblanc, stanno letteralmente fondando l’identità della collezione su questo heritage unico, preservando questo patrimonio attraverso la valorizzazione della storia aziendale e delle loro radici e focalizzando la produzione di orologi in edizione limitata su specifici movimenti Minerva, in particolare i cronografi monopulsante.
In omaggio all’anniversario, la collezione 1858 si è ispirata quest’anno agli orologi professionali Minerva degli anni ’20 e ’30 destinati a un uso militare, celebrando lo spirito delle esplorazioni.
Come si collega questo tema alla storia di Minerva? Gli esploratori, e in particolare quelli legati alla montagna, hanno da sempre scelto orologi nati in origine come modelli militari per le loro evidenti caratteristiche di robustezza, leggibilità e affidabilità”, continua ancora Cerrato.
“Per questo abbiamo scelto di utilizzare il nostro patrimonio di orologi militari dei primi del secolo scorso per costruire una linea di prodotto, la 1858, dedicata all’esplorazione della montagna”. Una collezione variegata, fatta di accenti vintage e di materiali e funzionalità diverse: solotempo, cronografo, worldtime, cronografo monopulsante e persino un model lo da tasca. Per tutti, codici di design e un’estetica ben definiti: “In termini di design, i codici comuni sono le cifre arabe con SuperLuminova beige e le lancette cattedrale con un look vintage. Poi abbiamo casse rotonde e satinate con vetro zaffiro bombato, corone oversize, cinturini in cuoio invecchiato con trattamento sfumato fatto a mano nella nostra pelletteria di Firenze o cinturini Nato unici, realizzati a Saint-Etienne in Francia in una delle ultime manifatture tessili che preservano il métier d’art della tessitura Jacquard. Da notare, poi, l’utilizzo di materiali che ben si adattano all’outdoor, come il bronzo e l’acciaio, e di colori unici come lo champagne sfumato, il rosa salmone o il verde sfumato, che aggiungono un’identità molto forte e distintiva”.
CARATTERISTICHE DEGLI OROLOGI DI LUSSO MONTBLANC
PARLANDO DI MATERIALI, LA SCELTA DEL BRONZO HA COMPORTATO DIFFICOLTÀ DAL PUNTO DI VISTA PROGETTUALE E PRODUTTIVO?
“Utilizziamo una lega metallica che si chiamo cupro-alluminio, in cui il bronzo è arricchito di alluminio per fornire una patina regolare e una riduzione totale di possibili reazioni allergiche. Il look dell’orologio invecchiato e la performance del metallo rappresentano i migliori risultati ottenibili oggi. Da un punto di vista progettuale l’utilizzo di questo materiale comporta una serie di test supplementari, soprattutto nel caso dell’abbinamento all’acciaio, per cercare di evitare interazioni elettriche. Da un punto di vista di design l’utilizzo di questo materiale implica invece uno studio sull’evolversi del suo look nel tempo, per garantire che una volta ossidato, e quindi con un colore più scuro, conservi il giusto abbinamento di colori con quadrante e cinturino”.
L’EREDITÀ DI MINERVA È ESPRESSA AL MASSIMO IN UN ESEMPLARE QUALE IL CRONOGRAFO MONOPULSANTE. TRIBUTO ALLO STORICO CALIBRO 13.20, SVILUPPATO NEL 1920 APPOSITAMENTE PER L’IMPIEGO IN UN OROLOGIO DA POLSO.
Qual è stato il lavoro fatto per per tradurre il patrimonio storico di Minerva in collezioni moderne? “Un giornalista mi ha qualificato come archeologo orologiaio. Questa metafora mi piace molto perché spiega sia la complessità del lavoro di analisi e ricerca all’interno del passato della marca, per individuare le pepite da recuperare e valorizzare, sia il lavoro di studio della storia e dei suoi segni, necessario per comprendere la Maison in profondità e immaginare come preservarne il patrimonio e gli elementi distintivi nel tempo.
Proprio come nel caso dell’archeologia, questo comporta ore di ricerca e analisi all’interno degli archivi del museo, su internet, a seguire aste e collezionisti e a discutere con appassionati di ogni genere ai quattro angoli del mondo. Nel nostro caso specifico facciamo rivivere lo spirito di Minerva nella storia che accompagna ogni linea di prodotto, usando un segnatempo storico come ispirazione e quindi contestualizzandone il design, con movimenti realizzati e decorati a mano che sono l’evoluzione di calibri storici come il cronografo monopulsante e che preservano un savoir-faire ancestrale e unico”.
CON LA 1858, MA ANCHE CON LE ALTRE LINEE PRODOTTE QUEST’ANNO, IL MARCHIO HA LAVORATO SU UN RIPOSIZIONAMENTO DELLE COLLEZIONI. CONCENTRANDO L’ATTENZIONE SU MODELLI DAI PREZZI CONTENUTI, SE SI PENSA CHE IL 1858 GEOSPHERE CON FUNZIONE DI ORE DEL MONDO, AD ESEMPIO, È PROPOSTO AL DI SOTTO DEI 6.000 EURO:
“È in corso un importante lavoro di fondo per semplificare le collezioni e dare una identità più forte a ogni linea di prodotto”, conclude Cerrato. “In questo senso, il 1858 Geosphere costituisce un esempio perfetto, grazie a un look unico con due globi che ruotano per indicare molteplici fusi orari, e a un modulo sviluppato in house. In parallelo continuiamo a lavorare sul valore dei nostri orologi con prezzi competitivi in ogni segmento, nonostante un design forte e un contenuto tecnico in crescita. Per ottenere un prodotto come il Geosphere, che siamo convinti diventerà una delle icone dell’orologeria Montblanc, soprattutto in Italia, abbiamo lavorato su tutti i livelli (movimento, habillage, design, materiali, colori): una sfida impegnativa visti i vincoli di qualità e di costo, garantendo comunque la massima espressione del prodotto finito”.
Storia degli orologi Minerva
Fondata nel 1858 da Charles-Yvan Robert, dapprima come manifattura di ébauche, ossia di movimenti e componenti conto terzi. A partire dal 1887 Minevra è diventata una marca, cominciando a produrre i propri movimenti. All’inizio del Novecento, si specializza nella costruzione di contasecondi e sviluppa movimenti come il calibro 19.09, con il caratteristico ponte del cronografo brevettato a forma di V. Nel 1916 viene realizzato un contasecondi da tasca meccanico ad alta frequenza, che permette di rilevare il centesimo di secondo.
Negli anni ’20 arriva il primo cronografo monopulsante a carica manuale da polso, il calibro 13.20, con ruota a colonne, innesto orizzontale e una frequenza di 18.000 alternanze/ora. Nel 1935 Minerva viene rilevata da Jaques Pelot, entrato come orologiaio in azienda nel 1921, che condurrà insieme al nipote la manifattura fino agli anni Ottanta. A nome di Jaques Pelot sono associati i primi brevetti, come quello del 1930 relativo a un piccolo orologio a savonnette a carica automatica, nel quale ogni chiusura del coperchio caricava la molla. Nel 1988, in occasione dei 130 anni della fondazione, viene presentato l’orologio più complicato prodotto fino ad allora dalla manifattura: un’evoluzione del cronografo calibro n.20 del 1923, con l’aggiunta del calendario completo e delle fasi lunari.
Nel 1991 viene commercializzato un meccanismo con regolazione rapida di un secondo fuso orario, montato su un cronografo automatico: il Palladio. Alla fine del ventesimo secolo, a causa di un difficile momento, Minerva ha rischiato di scomparire dalla scene. Dopo l’acquisizione nel 2001 da parte di una società italiana, inizia la seconda fase della sua storia, grazie a Demetrio Cabiddu (colui che ha realizzato nel 1986 il Tourbillon di Breguet). Il resto è cronaca odierna.
Fonte: L’orologio – La macchina del tempo
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