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Dodici componenti anziché 37. E’ questo lo stupefacente risultato ottenuto da Patek Philippe con la sua tecnologia delle guide flessibili. precisione meccanica senza attriti e usura.
PATEK PHILIPPE LA CHIAMA “tecnologia delle guide flessibili”, ma per comprenderne meglio la natura e gli effetti potremmo anche chiamarla “struttura a geometria variabile programmata”.
Si tratta, in pratica, di progettare una struttura geometrica in metallo (o altri materiali) che sottoposta a un impulso d’energia si deforma sempre nello stesso modo. In questo caso, la struttura sostituisce i pulsanti e i rimandi meccanici che con- sentono di far avanzare o indietreggiare la lancetta delle ore di un secondo fuso. Il sistema, normalmente, è molto complesso da progettare e da realizzare: la sua cinematica comprende la combinazione di due rotazioni e l’isolamento dei pulsanti, che poi trasmettono il moto a un cricchetto. Il sistema è composto, nel caso di Patek Philippe, da 37 componenti. Sostituendolo con quattro elementi geometrici flessibili a croce (due per ogni correttore: uno per il braccio, uno per il becco che spinge i denti) i componenti scendono a 12. Il vantaggio non sta in qualche for- ma di risparmio (le lavorazioni devono avere sempre la stessa qualità) ma nell’assenza di gioco, di attriti e di usura dei perni; si elimina così ogni necessità di lubrificazione e si aumenta l’affidabilità. Una tecnologia nuova, destinata a ulteriori sviluppi.
Andiamo nel dettaglio
Patek Philippe si spinge quindi oltre nella ricerca del silicio, con l’obiettivo di aumentare la precisione dei suoi orologi. Il compito è affidato al dipartimento Advanced Research dell’azienda il quale, più che sul materiale, ha stavolta lavorato sulle geometrie che il materiale stesso permette di realizzare, studiando la deformazione della molla a spirale. Un problema intrinseco delle spirali dei bilancieri è quello dello spostamento del baricentro durante il loro moto di contrazione ed espansione: uno dei motivi alla base dell’esistenza del tourbillon.
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Quando la spirale si contrae e si espande non lo fa concentricamente, quindi il suo baricentro si sposa e l’isocronismo del sistema bilanciere-spirale non è più assicurato, in posizione verticale. A questo problema ovviano alcune soluzioni come la curva finale Breguet, La ruota a colonne, cuore del che migliora la concentricità del “respiro” della spirale.
Un’ampia finestra a ore 9, in corrispondenza dei due pulsanti correttori dell’ora locale, consente di intravedere il nuovo componente.
Su una spirale in silicio, non deformabile plasticamente, non si può realizzare una curva Breguet. Ecco perché tutte le spirali in questo materiale, impiegate in orologeria, presentano una geometria asimmetrica, con la spira esterna più spessa di quelle interne, a migliorare la concentricità delle deformazioni. Una concentricità perfetta non è raggiungibile, ma si poteva migliorare. È quello che ha fatto Patek Philippe.
Il minuscolo organo in acciaio è composto da quattro sistemi flessibili a croce. Innovativo, consente un assemblaggio semplificato.
Modificando ulteriormente la geometria della sua Spiromax, lanciata nel 2006, la Casa ha ottenuto di migliorare le prestazioni dell’orologio in posizione verticale, ottenendo scarti di marcia minimi, compresi tra -0,5 e +0,5 secondi al giorno. Meglio perfino del miglior tourbillon Patek.
È questa la principale novità introdotta sull’ultimo nato della collezione Patek Philippe Advanced Research: l’Aquanaut Travel Time. Non è però la più evidente a prima vista.
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La Casa ha infatti deciso di mostrare sul quadrante quella che è la seconda invenzione introdotta su questo orologio: il meccanismo “compliant” che semplifica e sostituisce i componenti dei mandati alla correzione rapida del secondo fuso orario.
Un “compliant mechanism” è un meccanismo senza giunti, che si basa sulla deformazione elastica per trasmettere forze e moto, sotto un’azione esterna. È solitamente una struttura flessibile monoblocco, in tradizionale metallo, che offre numerosi vantaggi, tra cui l’assenza di usura, attrito e, quindi, lubrificazione. Quello impiegato da Patek Philippe ha consentito di sostituire un sistema costituito da 37 parti meccaniche diverse con uno che ne conta solo 12 e non necessita di lubrificazione.
I meccanismi “compliant” sono ampiamente impiegati in ingegneria. La particolarità della realizzazione Patek Philippe è nelle dimensioni, adatte a un orologio da polso, e quindi nello sviluppo dei processi di fabbricazione adatti alla sua produzione. Ci aspettiamo di vedere nuove e interessanti applicazioni di questi sistemi in orologeria. Quella sviluppata dal dipartimento Patek Philippe Advanced Research, però, è e resterà la prima.