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Rolex 6238, uno dei cronografi da collezione più belli, ambiti e ricercati dal mercato odierno
Il Daytona, nato come cronografo sportivo a carica manuale, fu sottoposto nei suoi primi due decenni di vita a infiniti ripensamenti sul posizionamento commerciale. Fu in pieno boom delle lancette, nel 1988, infatti, che la Rolex abbandonava la carica manuale (un vero controsenso se pensiamo anche solamente alla corona serrata a vite che andava svitata e riavvitata ogni giorno), per montare finalmente un movimento automatico. In quel momento, sia per la scarsità delle forniture da parte della Zenith che realizzava il calibro di base El Primero (e che non era certo attrezzata per fare i “grandi numeri”), sia per un errore di valutazione sulle effettive richieste da parte del mercato per il nuovo modello (che poi sia stato un errore di valutazione voluto o meno non ci è dato saperlo), le concessionarie si ritrovarono, nel giro di qualche giorno, con le agende piene dei nominativi dei clienti che si ponevano, placidamente accodati, in attesa della futura consegna del loro nuovo mito.
Contemporaneamente gli oramai vecchi carica manuale, intrapresero una neanche troppo lenta scalata verso il paradiso del collezionismo, incominciando a loro volta a creare degli idoli ancora oggi immarcescibili, primo fra tutti quello del Paul Newman. All’inizio degli anni ’60, con buona probabilità addirittura in contemporanea con la commercializzazione del Daytona, la Rolex presenta quello che tutti i collezionisti conoscono come “Pre-Daytona”: la referenza 6238. Semplice ed essenziale, è forse l’ultimo dei cronografi dall’estetica soft realizzati dalla Casa ginevrina. La sua produzione, conclusasi solamente nel 1967 (anche se nei primi anni Settanta era ancora possibile acquistarlo presso molti concessionari Rolex), si gemella a quella del Cosmograph Daytona per la fattura generale della cassa, divisa in tre parti, per l’essenzialità grafica e la modernità del quadrante.
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Quest’ultimo, nella Ref. 6238, è sempre monocromatico, rifiutando il contrasto di bianco con nero determinato dai tre contatori cronografici, che invece diventerà caratteristico in tutta la modellistica Daytona. La meccanica è un calibro Rolex 72B (o calibro 722), realizzata su base Valjoux 72. Una piccola curiosità: il “Pre-Daytona” è l’ultimo cronografo Rolex, almeno fino a oggi, ad avere la lunetta liscia senza incisioni.
Pagella
La quotazione di un 6238 parte generalmente un minimo di 30.000 euro per la versione in acciaio, e 80.000 euro per quella in oro. Non sono rari i casi di valori ben più alti, con pezzi venduti all’asta anche ben oltre i 200.000 euro. Di conseguenza, nell’acquisto e ancor più nella vendita, di questo straordinario cronografo, sarà assolutamente necessaria una buona dose di conoscenza della materia, del mercato, di chi compra/vende. Non è un gioco da principianti e, se lo siete, sarà meglio farvi seguire da un esperto, in grado di riconoscere la migliore valutazione sia nella vendita che nell’acquisto. Attenzione, soprattutto, ai quadranti rimaneggiati, che da soli fanno la fortuna (o la sfortuna) di modelli come questo.
Costruzione ◉◉◉◉◎
Movimento ◉◉◎◎◎
Prezzo ◉◉◉◉◉
Valore nel tempo ◉◉◉◉◉
Portabilità ◉◉◉◉◉
Reperibilità ◉◉◉◎◎
Curiosità
Sir Jackie Stewart è senza dubbio uno dei protagonisti più emblematici delle gare automobilistiche. L’elenco delle vittorie di questo scozzese nato nel 1939 ne fa uno dei piloti di Formula 1 più titolati degli ultimi quarant’anni. il suo impegno a favore della sicurezza dei piloti, inoltre, ha profondamente modificato questa disciplina e contribuito a fare di lui un autentico “gentleman driver”. Stewart ha disputato novantanove Gran Premi di Formula 1, vincendone ventisette; si è aggiudicato tre Campionati del Mondo (1969, 1971 e 1973) e ha concluso le gare sul podio per ben quarantatre volte. È testimonial Rolex dal 1969. Nel 2012, in riconoscimento del suo status leggendario, è stato Grand Marshal dell’edizione dei cinquant’anni della “Rolex 24 at Daytona”.
Molto interessante, grazie.
Grazie a te.